Prezzi dell’energia elettrica dal 2020 ad oggi

Come già annunciato dai TG, il primo trimestre del 2025 ha visto un incremento dei costi energetici, incluso quello dell’elettricità. Cerchiamo di capire da cosa è determinato il prezzo dell’energia elettrica e le variazioni che ha avuto nell’ultimo quinquennio.

Come si calcola il prezzo dell’energia elettrica?

In Italia, il prezzo dell’elettricità è determinato fondamentalmente dalla somma dei seguenti fattori:

  • Materia prima
  • Trasporto e gestione del contatore
  • Oneri di sistema
  • Imposte

Le spese per la materia prima comprendono gli importi fatturati relativamente alle diverse attività svolte dal venditore per fornire l’energia al cliente finale (acquisto, dispacciamento, commercializzazione al dettaglio). Tale remunerazione è in favore del Venditore, tranne la quota relativa al dispacciamento che viene percepita da Terna.

Le spese per  il trasporto e la gestione del contatore coprono i costi sostenuti per trasportare sulla rete di trasmissione nazionale e per distribuire sulle reti di distribuzione locale l’energia elettrica, nonché per gestire e leggere i contatori e i dati delle letture. Tale remunerazione è in favore del Distributore (in larga parte dei casi, E-distribuzione).

Le spese per gli oneri di sistema sono individuate dal Governo o dal Parlamento e dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Esse coprono i costi relativi ad attività di interesse generale, come incentivi alle fonti rinnovabili, agevolazioni per il settore ferroviario, agevolazioni alle industrie energivore, bonus elettrico, promozione dell’efficienza energetica e altro.

Il prezzo dell’energia elettrica nel mercato libero

A differenza del mercato tutelato – concluso, salvo eccezioni, da luglio 2024 – in cui i prezzi dell’energia erano stabiliti trimestralmente dall’ARERA, nel mercato libero il prezzo dell’elettricità viene determinato dai vari fornitori sulla base del PUN (Prezzo Unico Nazionale) e della concorrenza. Tale sistema offre senz’altro maggiore flessibilità, ma richiede anche una maggiore attenzione da parte dei consumatori per trovare l’offerta più vantaggiosa.

Cos’è il PUN?

Il PUN è il prezzo medio dell’energia elettrica scambiata nel mercato all’ingrosso italiano. Viene calcolato sulla base di offerte e domande di energia elettrica e varia di ora in ora e, come detto, viene utilizzato per determinare i prezzi delle forniture nel mercato libero e tutelato.

Si mostra a seguire l’andamento avuto dal PUN dal 2020 ad oggi, con dettaglio su ciascun mese (elaborazione Kataclima).

Appare immediatamente chiaro l’impatto avuto dalla crisi pandemica di Covid-19 e dal successivo conflitto in Ucraina: a partire dal secondo semestre del 2021 si è infatti registrato un notevole incremento del costo medio, con picchi protratti lungo tutto il 2022. Il massimo storico si è registrato ad agosto 2022, con un costo a kWh di ben 0,54315€. Per comprendere a pieno quanto tale valore possa essere ritenuto “eccezionale” e – si spera – irripetibile, basta confrontarlo con il valore massimo registrato su tutto l’anno 2020, pari a circa 0,054 €/kWh (quindi 10 volte inferiore!).

A partire dal 2023 il prezzo è tornato di nuovo a scendere, seppur senza mai tornare ai livelli pre-pandemici: nel biennio 2023-2024 il valore medio si è assestato nel range di 0,10-0,13 €/kWh, con un minimo registrato ad aprile 2024 di 0,086 €/kWh.

Si nota infine quanto annunciato anche dai giornali, ossia una tendenza all’aumento nel corso del 2025, il cui prezzo medio mensile è stato di circa 0,15 €/kWh.

Il prezzo zonale orario

Ultimo, ma non meno rilevante, è il prezzo zonale. A differenza del PUN, che – come suggerisce il nome – unifica l’importo a livello nazionale, i prezzi zonali riflettono il costo dell’energia elettrica in una specifica zona geografica per ogni ora del giorno.

Le aree vengono suddivise in:

  • Centro Nord, che include Toscana e Marche;
  • Centro Sud, costituito da Lazio, Umbria, Abruzzo e Campania;
  • Nord, che riunisce Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna;
  • Sardegna;
  • Sicilia;
  • Sud, che accorpa Molise, Puglia e Basilicata;
  • Calabria.

Il prezzo di zona assume rilevanza nel caso in cui si possieda un impianto a fonti rinnovabili (es. fotovoltaico) e si immetta dunque l’energia in esubero sulla rete elettrica: i proventi della “vendita” di tale elettricità dipendono proprio dai prezzi zonali, con sfumature e pagamenti differenti a seconda della convenzione attivata (Scambio Sul Posto, RID, altro).

Così come il PUN, anche il prezzo zonale ha avuto incrementi similari. Prendendo a riferimento la sola zona centro-sud, si mostra a seguire l’andamento dell’ultimo quinquennio per fasce orarie di consumo (elaborazione Kataclima), ricordando che:

  1. La fascia F1 corrisponde agli orari compresi tra le 08:00 e le 19:00 nei soli giorni feriali (ore di punta);
  2. La fascia F2 decorre dalle 07:00 alle 08:00 e dalle 19:00 alle 23:00 dei giorni feriali, oltre all’intervallo 07:00-23.00 del sabato (ore intermedie);
  3. La fascia F3 include l’orario compreso tra le 23:00 e le 7:00 di tutti i giorni feriali, oltre a domenica e festività nazionali per intero (ore fuori punta).

Il trend è pressoché analogo a quello del PUN. Ciò non può che rimarcare l’importanza di possedere un impianto fotovoltaico a servizio della propria abitazione come strumento di difesa dai rincari dell’energia; un aumento del prezzo dell’elettricità comporta infatti un doppio beneficio per tali produttori, in quanto:

  • è maggiore il risparmio per l’energia autoconsumata, ossia prelevata dal proprio impianto anziché dalla rete (per via di un aumento del PUN);
  • è maggiore il ricavo della vendita di energia (per via di un aumento dei prezzi zonali).

Si mostra infine, a solo scopo illustrativo, lo scostamento dei prezzi zonali tra le varie aree geografiche identificate, a parità di fascia oraria e anno (elaborazione Kataclima). Appare evidente come le maggiori differenze si registrino in fascia F1, che è quella che subisce maggiori fluttuazioni a seconda della produzione rinnovabile; gli scostamenti sono invece quasi impercettibili in fascia F3

Novità previste nel 2025

Con apposito Decreto del 18 aprile 2024, il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha sancito che a partire dal 2025 il PUN venisse sostituito dal PUN Index GME.

Quest’ultimo rappresenta la media ponderata dei prezzi dell’elettricità nelle diverse zone d’Italia, tenendo conto delle quantità di energia venduta e delle fasce orarie di utilizzo. In questa maniera il valore di acquisto/vendita dell’elettricità viene calcolato per singola regione, a differenza del precedente PUN, che offriva un prezzo unico nazionale. I vantaggi di questo nuovo approccio sono:

  • maggiore precisione nella determinazione dei prezzi, tenendo conto dei costi effettivi di produzione e trasporto nelle varie zone;
  • maggior incentivazione all’ottimizzazione dei consumi in base alle variazioni dei prezzi nelle diverse fasce orarie e aree geografiche;
  • allineamento con i modelli europei.

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