Il 5 settembre 2013 la Commissione Europea ha adottato una Decisione sulle NIMs (national implementation measures) proposte dagli Stati Membri per la fase 3 del sistema europeo di scambio di quote di emissione. La Decisione costituisce lo step finale per l’attuazione della nuova Direttiva sull’EU-ETS, ponendo le basi per una maggior chiarezza sul numero di quote a titolo gratuito che saranno disponibili per ciascun impianto fino al 2020.
E’ bene chiarire come la Decisione fornisca le basi per calcolare il numero di quote assegnate a titolo gratuito o vendute all’asta, ma non abbia alcun effetto sul numero totale di quote messe sul mercato nella fase 3 (2013-2020). Il numero effettivo di quote rilasciate per ciascun anno sarà basato sui benchmarks armonizzati, corretti da un fattore di correzione intersettoriale (cross-sectoral correction factor) fissato proprio da questa decisione, che varierà ogni anno, come previsto dalla normativa ETS. Questo assicurerà che il numero totale di quote assegnate a titolo gratuito non superino il tetto fissato nella Direttiva ETS.
Fin qui tutto come previsto, anche se con un ritardo di molti [estenuanti] mesi. La sorpresa, per molti operatori del settore, arriva dall’entità dell’ulteriore taglio implicito nel fattore di correzione intersettoriale, superiore al 5% già dal 2013. La Commissione dichiara sul proprio sito che tale numero risenta dell’elevato numero di impianto risultanti all’interno dei settori riconosciuti esposti al carbon leakage (la delocalizzazione spinta dal prezzo della CO2). All’allegato II della Direttiva si ritrovano infatti i seguenti valori:
- 2013: 94,272151%
- 2014: 92,634731%
- 2015: 90,978052%
- 2016: 89,304105%
- 2017: 87,612124%
- 2018: 85,903685%
- 2019: 84,173950%
- 2020: 82,438204%
Il numero di quote spettanti a ciascun impianto è dato dal prodotto tra questi fattori e le “quote preliminari” verificate nel 2011 (salvo poche eccezioni). Le autorità nazionali (il Comitato ETS in Italia) procederanno ora a tutte le operazioni necessarie per distribuire le quote gratuite agli impianti attraversi i propri conti sul Registro dell’Unione. Questo richiederà da uno a tre mesi a seconda delle procedure seguite in ciascun Stato Membro.
E’ qui disponibile il testo integrale della Decisione.