I costi indiretti della CO₂ continuano a rappresentare una questione cruciale per le imprese europee, in particolare per quelle operanti nel settore elettrico. Le emissioni di gas serra generano costi diretti che non sono completamente coperti dalle assegnazioni gratuite di quote di emissione. Questi oneri, trasferiti ai consumatori tramite le fatture, sono noti come “costi indiretti della CO₂” e possono incidere significativamente sulla competitività delle aziende.
Dal 2020 al 2030, il sistema di compensazione attivo in Italia ha l’obiettivo di mitigare l’impatto di questi costi per le imprese di determinati settori industriali. Le aziende eleggibili possono accedere a rimborsi che coprono fino al 75% dei costi ammissibili derivanti dalla CO₂, a condizione che vengano rispettati determinati requisiti, come la realizzazione di audit energetici e il rispetto delle normative previste.
Le novità per la rendicontazione 2024
Pur mantenendo invariato il sistema di compensazione, l’introduzione di modifiche nell’articolo 23, comma 8 del D.Lgs. 47/2020 ha comportato un importante aumento del budget disponibile. La dotazione annuale del fondo nazionale per la transizione energetica industriale, che fino al 2024 ammontava a 150 milioni di euro, è stata incrementata a 600 milioni di euro. Questo aumento ha il potenziale di ampliare in modo significativo la compensazione per le aziende che vi accedono.
Le previsioni per il 2024 indicano un incremento sostanziale degli aiuti, con l’indennizzo che potrebbe triplicare rispetto agli importi del 2023, offrendo un’opportunità concreta per le imprese. Tuttavia, è fondamentale essere cauti nell’interpretazione delle cifre e dei dati ufficiali. La mancanza di riscontri ufficiali e la mancata pubblicazione di alcuni parametri aggiornati potrebbero influenzare l’accuratezza delle stime. Inoltre, l’aumento delle richieste da parte delle aziende potrebbe incidere sull’entità finale dei rimborsi.