La proposta, soggetta all’approvazione da parte della Commissione Europea, introduce due diverse metodologie di calcolo delle “emissioni consentite” (l’equivalente delle quote assegnate a titolo gratuito ai restanti impianti EU-ETS).
E’ stata pubblicata la delibera 119/2019 (datata 8 agosto) che conferma l’intenzione di un regime semplificato, a livello nazionale, per i cosiddetti piccoli emettitori di CO2 (con emissioni inferiori a 25.000 t CO2/anno e potenza installata inferiore a 35 MW). Tale delibera riporta la proposta italiana per l’applicazione degli articoli 27 (Piccoli emettitori) e 27 bis (Piccolissimi emettitori) della Direttiva 2003/87/CE.
Pertanto, i gestori intenzionati a richiedere l’esclusione degli impianti dovranno farne richiesta entro il 10 settembre 2019 al Comitato ETS, attraverso l’ormai consueta scrivania telematica. NEWS DEL 9-9: PROROGA DEI TERMINI AL 14-9-2019!
Perché farlo?! A fronte di oneri burocratici ridotti nelle intenzioni del legislatore (un vantaggio tutto da dimostrare), possono presentarsi vantaggi non trascurabili per chi aderisse nei seguenti casi:
- eventuale metodologia B più vantaggiosa delle quote calcolate nell’ambito dei moduli FAR/NIMs, nel caso le emissioni 2005 siano particolarmente elevate rispetto alle attuali
- scelta su base annuale di come coprire le emissioni oltre la soglia delle “emissioni consentite”: versando l’importo calcolato sul prezzo medio dell’anno precedente oppure con quote. In uno scenario rialzista (prezzi delle quote che continuano a salire) il prezzo medio dell’anno precedente consente di risparmiare alcuni euro/t di CO2 rispetto ad un acquisto “all’ultimo momento”, come spesso capita ai piccoli impianti.
Per gli impianti che ragionevolmente si attendono un surplus di quote assegnate (impianti molto efficienti e/o con uso di biomassa) l’adesione al regime di optout è solitamente sconsigliata, perché perderebbero l’opportunità di vendere sul mercato le quote in eccesso.
Nei tanti casi intermedi la scelta non è scontata e richiede un approfondimento dedicato. La difficoltà nella scelta è aggravata dal fatto che l’eventuale adesione sia irreversibile per 5 anni, da quanto risulta informalmente; una volta aderito, infatti, si uscirebbe dal regime opt-out soltanto in caso di superamento della soglia delle 25.000 t/anno.