Geoscambio

La risorsa geotermica a bassa entalpia è una soluzione per il riscaldamento/raffrescamento degli ambienti pulita, rinnovabile e sempre più diffusa a livello nazionale. Gli impianti di Geoscambio a circuito aperto sono già una soluzione ampiamente utilizzata in particolare nel nord Italia. Ad inizio 2022 è stato pubblicato il regolamento della Regione Lazio che ne norma progettazione e autorizzazioni.

Ma come funziona un impianto di Geoscambio a circuito aperto? Molto sinteticamente, si sfrutta la temperatura costante delle acque di falda tramite una pompa di calore. Le acque costituiscono una fonte di «caldo» o di «fresco», a seconda della temperatura esterna, per climatizzare gli ambienti chiusi. Negli impianti a circuito aperto, viene prelavata acqua da un acquifero tramite uno o più pozzi di presa, mandata alla pompa di calore per lo scambio termico, e poi reimmessa nello stesso acquifero tramite «pozzi di resa».

 

Kataclima dal 2016 svolge attività di consulenza nella fase autorizzativa degli impianti di geoscambio, valutandone la fattibilità tramite strumenti di modellazione numerica idrogeologica. Oltre a decine di impianti seguiti in regione Lombardia, Kataclima ha supportato la realizzazione dell’unico impianto pilota della Regione Lazio, oggi operativo a servizio del Rettorato dell’Università Tor Vergata.
Kataclima e i suoi partner mirano a promuovere la diffusione degli impianti di geoscambio nel centro Italia, integrando competenze geologiche, idrogeologiche, tecnico-impiantistiche e autorizzative. Questa sinergia consente al team di gestire l’intero processo, dalla progettazione alla realizzazione e al collaudo degli impianti.
Nel 2025 Kataclima promuove in collaborazione con il GMDSI un innovativo approccio modellistico probabilistico per la valutazione degli impatti degli impianti open-loop, come descritto in questa presentazione e dettagliato in un contributo prodotto per la SIGEA.

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