La Direttiva 2014/95/UE, che modifica la 2013/34/UE, introduce l’obbligo di “comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni”. A livello nazionale, tale assolvimento è stato recepito con la pubblicazione del D.lgs. 30 dicembre 2016, n. 254,entrato in vigore il 1/01/2017. Il provvedimento prevede che determinate categorie di enti debbano presentare una dichiarazione denominata “Dichiarazione di carattere non finanziario”. Il documento di carattere non finanziario deve essere descrittivo delle attività di impresa, andamento e risultati, nonché gli impatti delle attività a livello sociale e globale.
In particolare, l’ambito di applicazione del provvedimento, riguarda:
- secondo l’art. 2 del decreto, gli enti di interesse pubblico e le società madri di un gruppo di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti che abbiano superato, alla data di chiusura del bilancio, almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali:
–totale dello stato patrimoniale: 20.000.000 di euro;
–totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40.000.000 di euro.
- secondo l’art. 7, i soggetti diversi da quelli di cui all’art. 2 possono presentare la dichiarazione su base volontaria.
L’art. 3 del D.Lgs. 254 del 30/12/2016 prevede che la dichiarazione di carattere non finanziario debba riguardare i seguenti ambiti:
-
modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attività di impresa;
-
descrizione delle politiche praticate dall’impresa e dei risultati ottenuti (rappresentati con l’uso di indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario);
-
individuazione e descrizione dei rischi associati alle attività svolte ai servizi offerti.
Il comma 2 del suddetto articolo prevede che la dichiarazione debba avere i seguenti contenuti minimi:
- descrizione delle fonti energetiche utilizzate, individuando i quantitativi tra fonti rinnovabili e non, e degli impieghi della risorsa idrica;
- informazioni riguardanti le emissioni inquinanti in atmosfera e le emissioni di gas ad effetto serra;
- descrizione degli impatti dei rischi associati alle attività su ambiente, sicurezza e salute, riferendosi a ipotesi o scenari realistici anche a medio termine;
- descrizione degli impatti sociali a livello interno ed esterno, quali ad esempio l’attuazione di convenzioni di organizzazioni internazionali e sovranazionali in materia;
- rispetto dei diritti umani e le azioni volte alla disincentivazione di comportamenti discriminatori;
- azioni intraprese e strumenti individuati per la lotta alla corruzione.
Lo schema di decreto prevede sanzioni amministrative pecuniarie nel caso in cui non venga redatta la dichiarazione, e sanzioni pecuniarie nel caso in cui essa contenga dichiarazioni false o incomplete.